Rassegna stampa
Anche la giovane Federica Guida si trova a suo agio sul palcoscenico e delinea la sua Gilda fragile e ingenua. La voce è ben proiettata e omogenea in tutta l’estensione. Brillanti gli acuti e ben controllato il centro. Possiede un bel legato che le ha permesso di giocare con la sua voce e di regalare degli egregi filati nella celebre aria Caro nome. Bella la presenza scenica che è risultata aggraziata ed ha interagito con i colleghi con estrema disinvoltura. Leggi tutto
Bravissima anche Musetta, affidata a Federica Guida. Finalmente una Musetta civettuola ma non stridula vocalmente. Con voce perfetta, brillante e adamantina Federica Guida riesce a portare fino alla fine un personaggio pucciniano a cui da dignità e femminilità. Leggi tutto
Si ritaglia un bel successo personale la Musetta della giovanissima Federica Guida, per la freschezza del timbro come per l’eleganza della morbida linea vocale: il suo «Quando men vo» ha tutto il fascino e l’irresistibile malia della chanson di fine secolo. Leggi tutto
Federica Guida è un Oscar pungente e penetrante, frivolo nel tratteggiare rende la giovanile baldanza del paggio. In Volta la terrea sfoggia acuti limpidi e squillanti. Leggi tutto
Oscar brioso ed incantevole è Federica Guida, dalle agilità ben dipanate con acuti, Sibemolle e Si naturali della ballata e della canzone, luminosi e con una bella e sicura salita anche al Do nel quintetto. Leggi tutto
Considero il soprano Federica Guida nel ruolo di Adele la personalità più eminente del palcoscenico. La giovane cantante ha già debuttato alla Scala di Milano, all’Opera di Stato di Vienna e in altri importanti palchi, dove si è esibita nei panni della Regina della Notte, Despina, Gilda, Musetta e Oscar. Con tutte le sue esibizioni, Guida ha letteralmente “illuminato” l’evento sia cantando che recitando, e la sua interpretazione del distico “Mein Herr Marquis” (“Marchese mio” qui, suonato e cantato nella traduzione italiana di Gino Negri) è stata una delle momenti salienti della performance. Leggi tutto
Un protagonista affiancato con bella affinità vocale e interpretativa dalla Gilda di Federica Guida, capace di gestire la sua voce di soprano con solida consapevolezza e un gusto espressivamente pregnante, efficace nel tratteggiare il suo personaggio quale giovane donna innamorata ma consapevole, evitando sfumature stucchevolmente troppo infantili. Leggi tutto
La venticinquenne cantante palermitana ha costituito, per me, l’elemento più interessante di questa realizzazione di Rigoletto. La voce è robusta, molto timbrata e coinvolgente all’ascolto.
Nella cavatina ha saputo coniugare nel modo migliore agilità e carnalità.
La lunga forcella alla fine dalla cadenza è stata mozzafiato e impeccabile il diminuendo sul trillo conclusivo. L’applauso lungo e fortissimo, a mia impressione il più intenso dell’intero pomeriggio, che l’ha accolta è stato pienamente meritato.
Quest’immagine di Gilda come ragazza non ingenua ma consapevole della propria prorompente femminilità è stata confermata sia dalla straordinaria seconda strofa di “Tutte le feste al tempio”, sia dall’inciso “per l’amato ti chiedo pietà!” alla fine della “Vendetta” (che per Piave e Verdi è rivolto non al padre ma a un “gran dio”, rendendo quindi ancor meno giustificata la scelta registica di cui sopra). Anche nella seconda parte del quartetto il ruolo del soprano è apparso dominante, e piena di rimpianto per una felicità terrena appena assaporata è stata la conclusione del duetto finale.
Al di là del grato elogio per questi risultati, mi sembra doveroso raccomandare alla Guida di non eccedere negl’impegni e dedicare tutto il tempo necessario a perfezionare uno strumento vocale che, se non sfruttato in modo maldestro, potrà offrire a lei alti onori e grandi gioie a chi l’ascolta. Leggi tutto